UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Castellucci agli studenti: la strada si scopre insieme

L’arcivescovo di Modena-Nonantola ha presieduto una celebrazione assieme agli studenti delle quinte superiori del territorio
22 Maggio 2023

«Si può dire che il vostro percorso nelle scuole superiori, tranne il primo anno, sia stato attraversato dall’emergenza pandemica: avete fatto un cammino in salita, però lo avete fatto. E ci siete riusciti non da soli, ma ascoltando le parole di chi vi voleva bene e vi era vicino». Lo ha dichiarato l’arcivescovo Castellucci durante la Messa celebrata lo scorso 15 maggio nella Chiesa di San Francesco alla presenza degli studenti delle quinte superiori di Modena e Provincia. Una messa per loro e con loro «in una fase di svolta per la vita di ciascuno, come lo è il passaggio dal mondo della scuola a quello dell’università o del lavoro», come affermato da Castellucci.

L’iniziativa è stata proposta da alcuni insegnanti di religione delle superiori e sostenuta dall’Ufficio scuola diocesano. Per Giovanna Morini, preside del Liceo Muratori – San Carlo, è stata «un’occasione per accompagnarli in un tempo di transizione, di passaggio: l’idea nata dagli insegnanti di religione rappresenta un segno di riconoscimento nei confronti dei ragazzi, in vista del cammino che li aspetta e nel quale dovranno mettere in campo gli strumenti acquisiti in questi anni». A queste parole si è associata la prof.ssa Rosa Maria Cappelli, che ha aggiunto: «Questo tempo di prova può divenire anche tempo di rinascita e di opportunità. Se è vero che la socialità della loro generazione è stata marchiata dalla pandemia è anche vero che questi sono gli anni della loro giovinezza e vanno valorizzati in quanto tali».

Tempo di passaggio, incertezza sul futuro e bisogno di comunità: ne abbiamo parlato con i diretti interessati e uno spazio prevalente ci è stato dato dagli studenti del Liceo scientifico Tassoni.

Secondo Daniele Passaglia: «Sono tempi difficili per tutti, ma occorre rimboccarci le maniche e fare, con tranquillità, le scelte giuste e costruttive che ci aiutino a costruire il futuro». «È importante vivere momenti come questi – aggiunge Passaglia riferendosi alla celebrazione, nei quali vince la fraternità e si superano i litigi che naturalmente si generano durante l’anno». Per Caterina Eusebi, quella appena vissuta è un’esperienza che «può servire anche per comprendere l’importanza del ‘camminare insieme’, considerato che molti di noi non partecipano alla vita parrocchiale: potrebbe essere anche l’opportunità di trattare gli argomenti che più ci affliggono, come il lavoro, l’affettività, le condizioni sociali in cui dovremmo muoverci».

Tali argomenti suscitano non poche preoccupazioni tra gli studenti, come conferma Fiona Zykaj: «Come giovani, facciamo fatica a trovare la nostra strada: troviamo conforto con gli altri, aiutandoci a vicenda». «Tante persone della mia età vivono le stesse cose e questo mi fa sentire meno sola – prosegue Zykaj –, ma ci sarà bisogno di altra spinta fra noi giovani: occorre iniziativa per cambiare le cose e serve la capacità di mettere le nostre idee in atto». Tra gli studenti vi è anche una diffusa consapevolezza sulle sfide future, sia nell’università che nel mondo del lavoro. È il caso di Caterina Di Ciano, che sceglierà la carriera di medicina: «Non sarà un percorso facile, ma nella vita devi scegliere itinerari che ti appassionino; qualcosa che ti muova e ti faccia sentire di aver fatto la scelta giusta». Altri invece entreranno direttamente nel mondo del lavoro, come Francesco Pagano: «Lavorerò presso l’azienda di mio padre: spero di trovare la felicità anche nei momenti liberi: quelli che ti aiutano a costruire relazioni e legami autentici». «Quella di oggi è stata un’occasione speciale – prosegue Pagano riferendosi alla celebrazione –: abbiamo vissuto un momento di riflessione e di unione insieme ai miei compagni e ai nostri docenti con i quali è stata condivisa un’attività diversa e più distesa di quella didattica».

Per quanto riguarda gli strumenti che li aiuteranno a vivere al meglio questa fase, Shiron Edirisinghe non ha dubbi: «È un passaggio molto importante nelle nostre vite, ma sicuramente ce la caveremo e ci sarà sempre qualcuno che ci aiuterà, se saremo in difficoltà». «Lo ha detto l’arcivescovo: siamo persone se viviamo nella comunità. Senza l’aiuto dell’altro non siamo nessuno: l’aiuto dell’altro è fondamentale per vivere» aggiunge Edirinsighe riprendendo le parole pronunciate da Castellucci, che nella celebrazione aveva detto: «L’amore di Dio ha bisogno di carne in quanto Gesù è venuto nella carne. Ci vuole un corpo: questo corpo si chiama Chiesa: è l’unità del gruppo, sono gli amici». E ancora: «Lo spirito deve prendere carne, ci vuole qualcuno che fisicamente mi difenda, mi consoli, mi suggerisca. E questa rete di relazioni è essenziale nella vita: perché nessuno, da solo, si può difendere, consolare e trovare la parola giusta».

Estefano Tamburrini

Il Nostro Tempo, 21 maggio 2023