UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Card. Bassetti, “la scuola ha bisogno di relazioni umane”

Aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente, il presidente della CEI è tornato a parlare dell’attuale “frattura educativa”
23 Marzo 2021

“Il Paese necessita di segnali incoraggianti verso il mondo della scuola: la didattica a distanza si è certo rivelata una risposta alternativa alla chiusura degli Istituti, ma essa non sostituisce il bisogno di relazione umana ed educativa che la scuola stessa può assicurare ai nostri ragazzi”. Inoltre, “La DaD ha messo in luce il doloroso divario, non solo digitale, che attraversa l’Italia al Nord come al Sud e non permette a tutti i nostri ragazzi di fruire del diritto all’istruzione a parità di condizioni”.  È il monito del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente ha messo l’accento sul fatto che “la pandemia sta incidendo pesantemente sui contesti educativi delle nuove generazioni”.

Di seguito, uno stralcio del suo discorso:

“La seconda frattura riguarda l’educazione: la pandemia sta, infatti, incidendo pesantemente sui contesti educativi delle nuove generazioni. Accanto agli anziani sono soprattutto i più giovani a vedere modificata nel profondo la loro vita quotidiana: le attività scolastiche sono condizionate dalle restrizioni; le possibilità di attività sportive ed extrascolastiche sono ridotte al minimo; le nostre stesse attività pastorali ne stanno risentendo in modo significativo. Il ricorso alla cosiddetta didattica a distanza (DaD) è modalità tanto doverosa nel tentativo di contenimento dei contagi, quanto complessa dal punto di vista dell’applicazione. E qui il discorso si lega alla povertà, perché la DaD ha messo in luce il doloroso divario, non solo digitale, che attraversa l’Italia al Nord come al Sud e non permette a tutti i nostri ragazzi di fruire del diritto all’istruzione a parità di condizioni. La scuola, luogo fisico e spazio della formazione completa, non si limita a dare nozioni, ma unisce, integra, include, accompagna. È pertanto urgente intervenire a sostegno di questi ragazzi, per non rassegnarsi a un’incolmabile disparità: da un lato, coloro che potranno poi contare su una rete familiare sollecita e sulla possibilità, anche economica, di recuperare eventuali lacune; dall’altro, i “sommersi”, tutti coloro che, lasciati soli, si perderanno nelle pieghe della dispersione. Torna attuale l’insegnamento di don Lorenzo Milani: «Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali. […] Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati». In una situazione oggettivamente inedita e complicata, ci è chiesto di continuare a coltivare un rapporto educativo capace di relazione, prossimità, ascolto, attenzione, supporto, fiducia. È un atto di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni; è un atto cruciale di speranza”.