La politica «deve avere il coraggio di mettere all’ordine del giorno» la questione del Buono scuola, per «garantire alle famiglie meno abbienti di poter usufruire pienamente della libertà di scelta nell’educazione, secondo quanto prevede l’articolo 30 della Costituzione». Parole importanti, quelle pronunciate dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervenuto ieri all’evento Agidae (Associazione gestori istituti dipendenti dell’autorità ecclesiastica) in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico 2024/2025.
«Le scuole paritarie sono pubbliche – ha ricordato Valditara –: l’articolo più importante della Costituzione è il 30 non il 33, che è un dettaglio dal punto di vista della parità. L’articolo 30 stabilisce il diritto dovere dei genitori di istruire, educare formare i propri figli. Il diritto prioritario sta in capo ai genitori. Ho insistito sul parificare il più possibile la scuola statale e quella paritaria – ha sottolineato il Ministro –. Per la prima volta i fondi Pnrr e Pon verranno distribuiti anche alle paritarie, è un dovere non un aiuto di Stato e così per la prima volta è stato fatto: complessivamente sono 150 milioni di euro. E altri 70 milioni li abbiamo previsti per il trasporto per i ragazzi con disabilità, con un principio di umanità e inclusione», ha proseguito Valditara. Che ha parlato anche dell’abilitazione dei docenti delle scuole paritarie: «Prima dovevi licenziarti dalla privata per andare al pubblico» per ottenerla. «Ora si può conseguire l’abilitazione anche all’interno della paritaria, una vera rivoluzione questa», ha concluso Valditara. Le parole del Ministro sono state salutate con soddisfazione da suor Anna Monia Alfieri, esperta di diritto scolastico.
«Le parole del Ministro a favore dell’introduzione del “Buono scuola” non lasciano adito ad alcuna incertezza sulla sua necessità per una libertà di scelta educativa, salvando quel poco di pluralismo educativo che resta e basandosi sul modello della Regione Lombardia, individuato come strumento per combattere la dispersione scolastica», commenta suor Alfieri. Ricordando che il «Buono scuola gode di una certa trasversalità politica che è stata raccolta nel corso della recente tavola rotonda promossa da Usmi e Cism», con la partecipazione di rappresentanti di tutti i partiti ad eccezione del Movimento 5 Stelle. «Il pluralismo educativo, per quanto gravemente compromesso, può ancora essere una scelta possibile, democratica e funzionale al bene del nostro Paese – conclude suor Alfieri –. Certamente i numeri sono più che allarmanti: a partire dal 2000, l’anno della legge sulla parità scolastica, la scuola paritaria ha perso il 35,1% degli allievi». Per fermare l’emorragia, occorre fare presto.
Paolo Ferrario
Avvenire, 25 settembre 2024