UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Bilancio di un esame (e ricerca della bellezza)

Cronaca di unʼavventura di un presidente di commissione d'esame
25 Giugno 2021

Oggi si è conclusa l’avventura della commissione dell’Esame di Stato, da me presieduta per la prima volta in un Istituto Tecnico. Provo a tracciarne il consuntivo. Ma prima una breve e necessaria introduzione. Della parola e dunque del concetto di bellezza è stato fatto e si continua a fare un abuso.

Mai come in quest’epoca la parola bellezza corre nelle bocche, ma mai come in quest’epoca la parola non corrisponde alla cosa: viviamo in un mondo tutt’altro che 'bello', un mondo che presenta – più spesso ci sbatte in faccia – bruttezze, storture, ferite, violenze. E allora credo sia necessario ripensare il concetto di bellezza, trovare anche per questa parola così importante un nuovo paradigma, come direbbe papa Francesco. Perché la 'bella vita' dei ricchi e dei potenti, per essere espliciti, non è affatto una vita bella: non può essere bella una vita ingiusta, che vive a scapito di tutte le altre. Dobbiamo liberare la parola bellezza dall’abuso di cui è stata vittima e ricondurla alla sua verità di esperienza che affonda le sue radici nel profondo dell’umano. La vera bellezza incanta ma insieme scuote, turba, risveglia, ci apre gli occhi sul mondo e sulle sue tante storture.

Perché questa introduzione? Perché i ragazzi esaminati hanno abusato di questo aggettivo per indicare la qualità di una poesia come di un successo monetario ottenuto grazie alle competenze maturate nel loro corso di studi informatici. 'Bello' è stato utilizzato anche per raccontare l’hackeraggio informatico praticato, oppure per definire il lavoro solitario rispetto a quello di gruppo.

Quest’avventura mi ha permesso di verificare concretamente lo stato dei nostri ragazzi. Li abbiamo abbandonati, noi professori, genitori, adulti. L’istituzione scuola dev’essere ripensata, riqualificata. Abbiamo aule organizzate come nell’800, professori in cattedra che hanno sostituito il carisma con il cinismo, burocrazia insensata capace di demotivare qualunque slancio. No, non è solo così, per fortuna ci sono professori motivati e carismatici che riescono a superare la banalità del programma, che spingono i discenti al ragionamento, al coraggio di pensare e alla lettura critica di qualsiasi testo. Sono professori capaci di emozionare ed emozionarsi senza mai perdere la verticalità della relazione.

Anche quest’avventura mi ha più volte emozionato e questo accadeva quando, a fine colloquio, chiedevo al candidato di sedersi sulla sedia accanto alla mia perché si raccontasse. I loro volti improvvisamente si ammorbidivano, alcuni con gli occhi umidi. Non sempre, ma il più delle volte sono riuscito ad andare oltre il dato percepito per sprofondare nel loro infinito. Amo questi ragazzi, teniamoli d’occhio, saranno gli adulti che da giovani hanno vissuto il 'distanziamento sociale' a causa del Covid. Auguro loro di incontrarsi con l’altro, di abbracciarsi e realizzare questo sogno: «Ancora, così sembra, non è tempo che a tutti gli uomini possa accadere come a quei pastori che videro rischiarato il cielo sopra di sé e udirono quella parola: 'Pace in terra e agli uomini un prender piacere gli uni agli altri'. Questo è ancora il tempo degli individui. (F. Nietzsche, Umano, troppo umano).

Fabio Sonzogni

Avvenire, 25 giugno 2021

(foto da siloefilmfestival.it)