“L’Italia è una nazione ricca, anzi, ricchissima di talenti”, eppure “in quasi tutto il Paese – ma con maggiore gravità al Sud – questi talenti sono drammaticamente sprecati, ingiustamente inutilizzati e, in alcuni casi, amaramente costretti ad una nuova, silenziosa e dolorosa emigrazione. Questo è uno snodo cruciale: in Italia non riusciamo a valorizzare appieno i nostri talenti, pur avendoli formati quasi sempre in modo eccellente”.
Lo ha affermato il cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, nel saluto ai partecipanti alla Conferenza internazionale della Federazione internazionale delle università cattoliche in corso dal 16 al 18 ottobre all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano sul tema “Young people and Inequalities”.
“Se i giovani talenti non danno frutto ci sono delle responsabilità tra gli adulti”, ha avvertito il porporato. Questo è il grande rischio dell’Italia: “Per una grande mancanza di fiducia verso i giovani – e forse anche per un diffuso egoismo generazionale – il Paese sta rischiando di chiudere in una buca, non un solo talento, ma intere generazioni di ragazzi e ragazze meritevoli a cui però viene negata l’opportunità di mostrare le proprie capacità. Una mancanza di opportunità profondamente ingiusta che lede gravemente la dignità dei giovani e rende molto difficile ogni loro progetto di vita: a partire dal costruire una famiglia”.
Di qui l’invito a docenti e studenti a “cercare sempre l’incontro personale con l’altro” per costruire “autentiche reti di ‘solidarietà culturale’ come fattore decisivo per sostenere e diffondere una vera ‘cultura della carità’ nel Paese”. “Solo con un’autentica cultura della carità, diffusa e condivisa, si potranno creare, infatti, delle opportunità concrete per le giovani generazioni”. “È assolutamente drammatico” che nel mondo contemporaneo siano i giovani “a pagare il prezzo più alto delle disuguaglianze”.
Tre gli spunti di riflessione sui quali si sofferma il presidente della Cei. Anzitutto “missione”, che per le università consiste nel “produrre e trasmettere il sapere di generazione in generazione” e per quelle cattoliche, come sosteneva p. Agostino Gemelli, “formare la classe dirigente cattolica per il Paese e per la Chiesa italiana”. Di qui l’invito del card. Bassetti a queste università ad essere “Chiesa in uscita” superando consuetudini, routine, sicurezze, e a “riscoprire la propria missione mettendo in gioco tutto se stessi. Senza paura e con coraggio”.
“Nuovo umanesimo” e “talenti” sono, dopo “missione”, le altre parole chiave della riflessione offerta dal card. Gualtiero Bassetti. Da anni, ha fatto notare, “stiamo assistendo all’emergere di una nuova questione sociale nel mondo contemporaneo che investe tutti i campi dell’agire sociale e che si basa anche su una profonda crisi dell’umano e dell’umanesimo: due principi che sono alla base della civiltà europea e italiana”. Di qui l’interrogativo ai giovani e ai docenti: “Non è forse venuto il momento di sviluppare una riflessione nuova su questi temi? Una riflessione autentica che non si preoccupi certo di fornire delle risposte alla Chiesa, ma all’intera società italiana che sta vivendo questo ‘cambiamento d’epoca’ con un po’ di smarrimento e, mi sembra, con molta paura”.
Sir, 16 ottobre 2017