Un programma pastorale incentrato «sulla realtà della Chiesa, per conoscerla meglio, per amarla di più, per servirla con generosità, per partecipare umilmente alla sua missione nella storia» attraverso un cammino diocesano appositamente predisposto. È questa – nelle parole del cardinale Angelo Bagnasco – la strada che verrà percorsa nei prossimi mesi a Genova dove ieri sera si è svolta la celebrazione per l’inizio dell’Anno pastorale. Nel discorso di presentazione che ha pronunciato prima della Messa, il porporato ha annunciato che verranno portati avanti «due specifici fronti pastorali, la famiglia e la scuola» perché «lasciare che la famiglia si sfaldi significa tradire la gioventù, scardinare la società dai suoi fondamenti, condannare il popolo alla confusione e quindi metterlo in balia dei forti». Infatti, ha sottolineato Bagnasco, «si vuole disumanizzare l’uomo, e noi non possiamo tacere e rimanere inerti».
Alla domanda «Che fare?», Bagnasco ha quindi indicato la strada della preghiera, ricordando le «comunità che ho visitato» che «hanno resistito alla violenza brutale e che oggi resistono al secolarismo che svuota l’anima e avvelena la vita» usando «l’arma della Messa e del rosario quotidiano». Ha poi esortato i laici «a continuare nella collaborazione umile e generosa con i parroci» perché «non possiamo fare a meno di voi, non solo perché la realtà è sempre più complessa e noi siamo meno di numero, ma soprattutto perché risponde alla natura stessa della Chiesa». Ed è con questo obiettivo che ha annunciato «la decisione di visitare l 27 vicariati della diocesi», una iniziativa «a cui tenevo molto e che non ho potuto fare prima negli anni precedenti». Tra le iniziative anche l’annuncio della prosecuzione della «lodevole iniziativa della missione dei giovani ai giovani» perché «la loro generosità continuerà a seminare i germi della fede».
Adriano Torti
Avvenire, 17 ottobre 2017
Leggi a questo link il discorso con cui il cardinale Bagnasco ha presentato il tema del nuovo anno pastorale: