Anche la lotta allo spreco alimentare fa parte della grande battaglia per uno stile di vita più sostenibile, nel rispetto dell’ambiente, che in queste settimane è balzata in cima all’agenda mondiale grazie all’impegno dei giovani. Ed è proprio da loro – dai bambini e dai ragazzi, nelle scuole – che Bologna ha deciso di cominciare un percorso di presa di coscienza concreta, a cominciare dall’abitudine alla doggy bag, cioè dal sacchetto degli avanzi che ormai è diventato un abitudine virtuosa in moltissimi ristoranti italiani. Ecco allora che in città, superate le battaglie per portarsi il panino da casa invece che usufruire della mensa, adesso si fa il contrario: il panino avanzato in mensa lo si porta a casa. Anche la frutta e la merenda non consumate, purché non facilmente deteriorabili, si possono infilare nella “sportina” (slang tipico petroniano), proprio come si fa con gli avanzi della trattoria. La borsa termica l’ha fornita a tutti gli alunni Ribò, la società che, a Bologna, dà da mangiare ogni giorno a 13.000 studenti dellescuole primarie.
«L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare bambini e genitori alla lotta allo spreco alimentare» spiega Marilena Pillati, vicesindaco con delega alla scuola: «I bambini spesso non consumano tutto il pasto a scuola e vedere mele e pagnotte intonse finire nell’immondizia non era certamente un bell’esempio». Il compito educativo della scuola non può insomma esaurirsi nelle nozioni delle varie materie: «I ragazzi devono sapere che il cibo non si butta: la sera potranno consumare gli avanzi con la famiglia». Estremamente significativo è il fatto che questa idea innovativa sia venuta proprio a Bologna “la grassa”, una delle principali città del cibo italiane, famosa ovunque per la propria cultura culinaria fatta di tortellini e mortadelle: «La borsina “salvaspreco” è accompagnata da tovagliette e poster che illustrano in maniera semplice e adatta ai bambini l’importanza del recupero alimentare» continua Pillati. Questa pratica, in altri contesti, dalle mense dell’Ospedale Sant’Orsola a quelle private, fino ai supermercati e ai singoli esercizi commerciali, è da tempo ben radicata in città: grazie all’opera del Last Minute Market, fondato dal professor Andrea Segré, da anni vengono recuperati alimenti in scadenza, confezioni danneggiate esteriormente, eccedenze.
Anche per gli alunni delle scuole primarie bolognesi portare gli avanzi a casa non sarà l’unica possibilità per salvare alcuni alimenti. Le scuole che lo vorranno, infatti, potranno scegliere di donare quelli non deperibili alle associazioni che forniscono pasti e aiuti alimentari alle persone senza dimora, alle famiglie in difficoltà, agli anziani soli. «Gli alunni bolognesi saranno adulti più consapevoli del valore del cibo», conclude il vicesindaco: «Bologna ha una particolare sensibilità, culturale e sociale, sul tema alimentare, in ogni sua forma. Quando questi ragazzini saranno grandi, presteranno attenzione alla gestione del cibo a casa e non si vergogneranno di chiedere la doggy bag al ristorante. Anzi: abituati a portare pane e frutta a casa e a riportare la borsina vuota a scuola il giorno dopo, per i bambini diventerà normale e, magari, saranno loro a sensibilizzare ed incentivare i genitori ad adottare pratiche antispreco, fra le mura domestiche e fuori».
Chiara Pazzaglia
Avvenire, 16 marzo 2019