Sostenibilità è vivibilità, è rispetto dell’ambiente e degli altri, è attenzione alle risorse del mondo che non sono infinite, è insomma 'prendersi cura di sé, dando attenzioni al pianeta'. A cominciare dalla scuola dove la sostenibilità per i ragazzi del liceo statale Terenzio Mamiani di Roma viene immaginata disegnando la classe del futuro a forma di calotta con copertura in vetro, con i banchi posti a semicerchio su delle gradinate, come nelle aule universitarie, tutto prodotto col sughero così come la pavimentazione.
Questo il progetto con cui quattro sedicenni dell’indirizzo scientifico del liceo romano (Giulio Salvi, Marta Menichini, Giorgio Profili e Sofia Romeo) partecipano a 'Dream on Amazing', l’iniziativa globale di design sostenibile che tende a riunire studenti, architetti ed enti spaziali intorno ad una domanda: possiamo ispirarci a Marte per creare un futuro più sostenibile per la Terra? Il liceo Mamiani è uno degli istituti italiani che partecipa all’iniziativa globale, che coinvolge molti Paesi europei, gli Stati Uniti e il Canada e che quest’anno ha scelto il sughero come materiale di costruzione di una classe sostenibile a livello ambientale. A spiegare proprio le enormi caratteristiche e la versatilità di questo materiale è uno dei quattro studenti del liceo, Giulio Huy Cesaretti Salvi. «Il sughero ha molte proprietà, ha un basso coefficiente di trasmissione del calore così permette di isolare meglio l’ambiente e, di conseguenza, di riscaldare prima lo spazio con minore spreco di energia. Inoltre è un materiale ignifugo, abbondante in natura ed è un ottimo componente nell’edilizia».
L’idea di sostenibilità per questi adolescenti è così una calotta di vetro con all’interno dei banchi circolari a gradinate «per favorire l’ottimizzazione dello spazio, che necessita di minori risorse per essere riscaldata d’inverno e refrigerata in estate. Inoltre – anche se non è direttamente legato alla sostenibilità – abbiamo immaginato l’aula a semicerchio con il professore al centro per favorire il coinvolgimento degli stu- denti nell’attività didattica. Così l’interazione tra studenti e docente è più stretta, diversamente dal modello di classe attuale dove la parte dell’aula più lontana dalla cattedra è più soggetta a distrazioni ». Invece è legata a doppio filo alla tematica ambientale l’idea della calotta pensata con il vetro, così «nei giorni di sole non si ricorre all’energia elettrica per l’illuminazione – continua ancora Giulio – e nei giorni con poca visibilità con l’elettricità immagazzinata dai pannelli solari posti all’esterno della struttura è possibile non far ricorso a fonti di energia non rinnovabili». Pannelli che collegati ad un alternatore e a una batteria, consentono anche di «accumulare energia, per esempio per una lavagna interattiva e i tablet degli studenti che permettono un grande risparmio sui libri scolastici, visto che per stamparli si utilizza molta carta». Pure l’idea della semicirconferenza «è più economica dal punto di vista dei materiali, perché a parità di prodotti utilizzati è la migliore rispetto ad ogni altra forma, è la struttura ideale».
Ma al di là del progetto è proprio l’idea di sostenibilità di questi ragazzi a far riflettere. «Pensiamo che la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sostenibile siano comuni a tutto il mondo – spiega Giulio – vale la pena lavorarci sopra in quanto cittadini del mondo e non solo della propria nazione ». Ogni piccolo gesto può fare la differenza, aggiunge perciò, «dalla raccolta differenziata, al prediligere i mezzi pubblici o le bici, fino al cercare di ridurre le emissioni banalmente usando meno energia nelle nostre case: spegnere luci se non servono, ridurre lo spreco di acqua preferendo la lavastoviglie al lavaggio a mano, diminuire l’uso dei saponi ». La loro è una generazione più sensibile a questi temi, e anche «quando andiamo a manifestare per l’ambiente, come durante i Friday for future – conclude Giulio – non è solo per saltare scuola, ma crediamo davvero di poter fare la differenza».
A differenza proprio degli adulti, che «non hanno molto chiaro il concetto di sostenibilità perché vengono da anni in cui non si parlava di questi temi, già la differenziata è difficile per certe generazioni ». Andrea Antonelli è il professore di matematica e fisica del liceo Terenzio Mamiani di Roma che ha sollecitato la partecipazione e seguito la realizzazione del progetto. E spiega così il perché dell’adesione a 'Dream on Amazing': «Come istituto siamo molto sensibili a questi argomenti, abbiamo a cuore lo sviluppo sostenibile. Questo progetto può essere un piccolo contributo alla causa». Il docente sottolinea soprattutto l’autonomia di lavoro dei quattro partecipanti all’iniziativa, che hanno sviluppato il loro progetto per lo più a casa. Inoltre, è convinto che la generazione degli adolescenti abbia sviluppato «un’idea di sostenibilità più evoluta degli adulti ed essendo più giovani sono più plasmabili nella coscienza civica».
Alessia Guerrieri
Avvenire, 4 maggio 2022