«Vogliamo tornare a scuola, ma senza correre rischi». Gli studenti delle scuole superiori di Modena hanno deciso di far sentire la propria voce alle autorità civili e della scuola. Una lettera inviata al governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina «a nome di 45mila studenti modenesi che sentono la necessità di tornare in classe, ma che lo vogliono fare in sicurezza» spiegano i promotori. Si tratta del coordinamento che riunisce i rappresentanti degli studenti nei consigli di istituto che nei giorni scorsi si sono riuniti «in videoconferenza» per mettere nero su bianco un disagio che è andato via via crescendo soprattutto in questo mese.
«Ci avevano detto che saremmo rientrati in classe il 7 gennaio – sottolinea Emiliano Bruno, ma 'tutti mi conoscono con il nome di Dante', rappresentante del liceo 'Carlo Sigonio' –, poi è slittato all’11, quindi al 18 almeno per noi in Emilia Romagna, ma per altri se ne parlerà a febbraio». Ma se il «balletto delle date» ha sconcertato gli studenti modenesi (e le loro famiglie), molto li ha fatti arrabbiare «le condizioni nelle quali ci hanno fatto tornare a scuola». Nel mirino finiscono in particolare i mezzi pubblici e i possibili assembramenti all’ingresso e all’uscita dalla scuola. «Ogni mattina per arrivare a scuola – racconta Dante – devo prendere mezzi pubblici strapieni dove mantenere il metro di distanza è un miraggio». E anche all’arrivo e all’uscita dagli istituti «gli assembramenti di noi studenti possono diventare occasioni di contagio».
Il coordinamento non nasconde il fatto che soprattutto per gli assembramenti la responsabilità ricade sugli stessi studenti, ma «sono mesi nei quali la nostra socialità è limitata e posso capire che si colgano anche queste occasioni per recuperarne una parte» risponde il rappresentante dell’istituto 'Sigonio'. Sugli autobus, invece, la responsabilità è della Seta (Società emiliana trasporti autofiloviari), che gestisce le reti di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. «La Seta sostiene che non le siano mai giunte segnalazioni di problemi di capienza nei loro mezzi – racconta Dante –, ma abbiamo postato sui social fotografie e video che dicono il contrario». Resta, al di là delle posizioni, la sensazione di «non essere sicuri nel raggiungere scuola».
E all’interno della scuola? «Certo le misure di sicurezza vengono rispettate, anche se in qualche occasione in cui si è verificata la positività di uno studente – risponde il rappresentante del 'Sigonio' – non sempre si è proceduto a mettere in sicurezza gli altri studenti». «Non sempre risulta efficiente negli istituti il tracciamento» di tutti gli studenti si legge nella lettera diffusa dai rappresentanti degli studenti modenesi.
Nello stesso documento gli studenti affrontano anche il tema della didattica a distanza, che certo non li entusiasma, anche se chiede «l’introduzione della possibilità di seguire le lezioni teoriche in Dad anche quando l’orario scolastico prevede che le stesse siano da svolgere in presenza, con relativa responsabilità del singolo studente di individuare l’approccio migliore in base alla sua condizione». Insomma per non «correre il rischio di infettarsi raggiungendo scuola».
Enrico Lenzi
Avvenire, 26 gennaio 2021