UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Approvato il piano per gli asili

Pranzo a scuola e gruppi fissi
1 Agosto 2020

Le prime certezze concrete, per milioni di famiglie, sono arrivate ieri con l’approvazione delle Linee guida 0-6 anni. Ovvero con un Piano per l’infanzia chiaro finalmente, su cui da Nord a Sud è ora possibile sia per i Comuni, sia per i dirigenti delle strutture, articolare i particolari della ripresa dell’attività educativa a settembre, finora anticipata solo ufficiosamente ai genitori.

Per i bimbi più piccoli si conferma che non sarà necessaria la mascherina e che la temperatura andrà misurata a casa. No ai giochi portati dalla propria abitazione: Governo, Regioni ed enti locali parlano di una «alleanza educativa» per la lotta al Covid tra scuola e famiglia. L’ingresso nei nidi e negli asili sarà scaglionato e i bambini potranno essere accompagnati da una sola persona. Sono incoraggiati lavori in piccoli gruppi stabili – le cosiddette “bolle” sperimentate con successo nei centri estivi, che non hanno evidenziato dati preoccupanti sui contagi – evitando le interazioni tra loro. Tutti gli spazi disponibili dovranno essere riconvertiti in aule (se necessario anche le antisezioni, i saloni, gli atrii, i laboratori). E, viene indicato, «sarebbe opportuno predisporre spazi dedicati ad ospitare bambini e/o operatori con sintomatologia sospetta». Altro nodo sciolto, quello dei pasti: saranno consumati nelle strutture, garantendo dunque il tempo pieno, ma dovranno essere organizzati in modo da evitare l’affollamento dei locali destinati. Si potranno prevedere turni di presenza dei gruppi, oppure si potrà consumare il pasto nelle aule, garantendo l’areazione e la sanificazione degli ambienti e degli arredi utilizzati prima e dopo.

«Si torna a scuola se si fa squadra tutti insieme». Ne è convinta Lucia Azzolina, che ieri ha ricevuto il supporto del capo dello Stato. E il ministero dell’Istruzione ora vuole incastrare velocemente i tasselli anche per la riapertura del 14 settembre. La Conferenza unificata con le Regioni, infatti, oltre alle linee guida per la fascia d’età 0-6 anni ha dato il via libera anche alle Linee sulla didattica digitale integrata (ora al vaglio) del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: la cosiddetta “dad” a distanza sarà adottata alle superiori già da settembre, qualora gli istituti lo ritenessero necessario, in modalità integrata con quella in presenza. Ma, assicura la ministra: «Gli studenti andranno a scuola. Si può prevedere, semmai, l’utilizzo della didattica digitale per un giorno alla settimana». Dall’infanzia alle medie, invece, sarà adottata in caso di nuovo lockdown.

Un’attenzione particolare è riservata alle studentesse e agli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali: per loro, andrà comunque privilegiata la didattica in presenza con il proprio docente di sostegno. In caso di nuove situazioni di chiusura, le lezioni saranno in modalità sincrona per tutta la classe e dovrà essere garantito un orario minimo: almeno 10 ore settimanali per le classi prime della primaria, almeno 15 per le scuole del primo ciclo (primarie, tranne le classi prime, e secondarie di primo grado), almeno 20 per il secondo grado. Il bando di Invitalia sui banchi invece scade il 5 agosto, con sottoscrizione dei contratti il 12 e consegna dei pezzi (circa 2,4 milioni tra banchi tradizionali e sedute innovative) l’8 settembre, prorogabile fino al 12, due giorni prima dell’inizio delle lezioni. Per adeguare gli spazi e per tutte le spese necessarie, ci sono i fondi del Pon del ministero, i fondi stanziati con il Dl Rilancio e dallo scostamento di bilancio: 3,3 miliardi solo per la ripartenza. Nella “partita” sono coinvolti anche gli enti locali, che hanno un ruolo fondamentale nella ricerca di altri spazi necessari al distanziamento: sindaci e presidenti di provincia hanno ricevuto poteri commissariali in tal senso.

Infine il tema organico. Ieri è scaduta la domanda per il concorso ordinario, dedicato ai più giovani o chi non ha 36 mesi di servizio. Intorno alla prima settimana di ottobre si terrà quello straordinario per chi ha maturato già un’esperienza a scuola, in totale sono banditi 78mila posti. «In un Paese civile andrebbero fatti ogni due anni, come accade in tanti Paesi d’Europa» ha commentato ieri Azzolina.

Avvenire, 1 agosto 2020