UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ansia e depressione, allarme in classe

Una proposta di Progetto Itaca per sostenere i giovanissimi (+31% nellʼultimo anno) che, dopo la pandemia, non riescono a ritrovarsi
6 Marzo 2022

Anna (il nome è di fantasia, così come tutti quelli che seguono, n.d.r.) non riusciva proprio a controllare l’ansia che la prendeva ogni volta che doveva parlare davanti ai suoi coetanei. E così, per tenere a bada il senso di inadeguatezza, cercava rifugio fra biscotti e patatine, ingoiati senza alcun limite quando era sola in casa. Luca non capiva perché si sentisse così inquieto e triste. Nemmeno la musica gli dava più sollievo. E allora il pomeriggio, si rinchiudeva in camera, cercando in rete l’illusione di un attimo di sollievo. Mattia non sopportava più gli spazi chiusi. L’attesa della metropolitana lo soffocava. E così, per arrivare a scuola attraversava la città a piedi. Ma nessuno sapeva che cosa fare per aiutarli. Fino al giorno in cui Anna, Luca e Mattia, durante un incontro in classe con uno psichiatra, si sono alzati in piedi e hanno trovato il coraggio di parlare di inadeguatezza, ansia, attacchi di panico. Allora i compagni hanno fatto la cosa più semplice che potessero fare. Hanno semplicemente detto «noi siamo qui. Non siete soli. Anche noi a volte ci sentiamo inadeguati, ansiosi, spaventati… Tutti insieme, però, forse possiamo venirne fuori».

«Tutti insieme. E trovando il coraggio di chiedere aiuto. Senza vergognarsi né temendo di essere giudicati ma, piuttosto, sapendo che c’è qualcuno che può sostenerci nel fare chiarezza in quello che ci sta succedendo», sottolinea Cristina Migliorero, coordinatrice nazionale del Progetto prevenzione nelle scuole di Progetto Itaca, associazione nata a Milano nel 1999 – e oggi presente in 15 città italiane – per supportare persone con disturbi della salute mentale e le loro famiglie (www.progettoitaca.org).

L’obiettivo primario di Progetto Scuola – che ogni anno raggiunge oltre 5.500 studenti delle scuole superiori in tutta Italia, sia con incontri in presenza che con webinar online – è quello dell’informazione e della prevenzione. Sempre affiancati da uno psichiatra, i volontari di Progetto Itaca entrano nelle classi per sensibilizzare i ragazzi sul tema della salute mentale. Spiegano quali sono i principali disturbi. Parlano della 'vulnerabilità' genetica che può rendere una persona più o meno predisposta a svilupparli. Evidenziano l’importanza di uno stile di vita che 'protegga' la nostra mente. La necessità di un corretto rapporto con il sonno, per esempio, elemento fondamentale per il benessere del cervello. O, per contro, quanto possano devastarlo le droghe.

«La nostra è una prevenzione primaria, supportata da un’informazione medica, che si propone di far capire ai ragazzi quanto sia importante porre attenzione ai segnali di malessere che ci manda la nostra mente. A non sottovalutarli ma, piuttosto, a parlarne, perché potrebbero essere la spia di una sofferenza psicologica che sta nascendo », riprende Migliorero. Ansia, insicurezza, timori, senso di inadeguatezza sono sentimenti che accompagnano da sempre l’adolescenza. È in questa stessa fase della vita, però – e in particolare fra i 16 e i 17 anni – che possono manifestarsi anche i primi segnali di veri e propri disturbi mentali. È importante non confonderli, allora, per intervenire subito e poter cambiare il corso della malattia. Soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, che ha reso ancor più fragili i ragazzi.

Secondo una recente indagine commissionata dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, che ha coinvolto più di 5.600 terapeuti, i pazienti in psicoterapia con meno di 18 anni sono aumentati del 31 per cento nell’ultimo anno. Un’analisi della rivista americana Jama Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80mila giovani, ha evidenziato come oggi un adolescente su quattro manifesti i sintomi clinici della depressione e uno su cinque i segni di un disturbo d’ansia. «È compito degli adulti aiutare i ragazzi ad affrontare il loro disagio. Dobbiamo farlo con sensibilità e attenzione, però», evidenzia Migliorero. «Innanzitutto, dimostrandogli che crediamo in loro e abbiamo fiducia nelle loro incredibili risorse. E ancora, educandoli alla gestione delle emozioni, quelle positive ma anche quelle negative, perché tutte fanno parte della nostra vita, tutte hanno un senso. Se l’angoscia, la tristezza, la paura prendono il sopravvento, però, c’è qualcosa che non va. E allora bisogna cercare di capirlo, chiedendo aiuto a uno specialista. È questo il messaggio più importante che vogliamo far arrivare ai ragazzi».

Tra gli obiettivi che Progetto Scuola si prefigge c’è anche quello di combattere il pregiudizio che ancora troppo spesso circonda la malattia mentale. E un passo importante, in questo senso, è quello di creare un nuovo rapporto fra i ragazzi e la psichiatria. «Cerchiamo sempre di portare nelle scuole psichiatri giovani, che possano interagire quasi alla pari con gli studenti, così da cancellare l’idea, purtroppo ancora diffusa, del 'medico dei pazzi', che vuole modificare la mente attraverso farmaci che ne annullino la volontà», conclude Migliorero.

Antonella Galli

Avvenire, 6 marzo 2022