«Mi faccio voce della Chiesa diocesana di Milano per proporre alle famiglie e alla scuola un’alleanza per il futuro dei figli degli uomini». Lo ha detto l’arcivescovo Mario Delpini alla Messa di fine anno scolastico celebrata ieri in Duomo. Messa che docenti e studenti hanno potuto seguire in diretta tv o streaming, mentre a rappresentare il mondo della scuola sono giunte in cattedrale autorità come il nuovo direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Augusta Celada, e l’assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano, Laura Galimberti. Fra i concelebranti il vescovo ausiliare Paolo Martinelli, vicario per la Pastorale scolastica, e i responsabili del Servizio per la Pastorale scolastica, don Fabio Landi (che ha tenuto il saluto iniziale) e del Servizio per l’insegnamento della religione cattolica don Gian Battista Rota.
«La Chiesa si dichiara alleata delle famiglie, perché la famiglia è la culla del futuro se genera vita e voglia di vivere e gratitudine per la vita», ha affermato Delpini in omelia, parlando di «alleanza antica ». La Chiesa, inoltre, «si dichiara alleata della scuola – ha aggiunto – perché la scuola è la coltivazione dell’umanità degli uomini e delle donne, è la comunità educante che incoraggia lo sviluppo dell’intelligenza e della competenza, che offre agli studenti gli attrezzi per farsi una loro idea del mondo, per essere in grado di abitare la terra e farne una dimora accogliente, per essere consapevoli che nessuno è al mondo per caso e per niente, ma ciascuno ha una sua vocazione, vive di una promessa di felicità».
Come camminare insieme preparando il futuro? L’arcivescovo ha ripreso la pagina del Vangelo di Luca offerta dalla liturgia – Gesù sceglie i Dodici, «alleati per il futuro della sua missione» – per identificare le «fondamenta» dell’alleanza tra scuola, famiglie e Chiesa: «La fiducia in quello che siamo e possiamo offrire; la cura per ciascuno, chiamato per nome, uno a uno; la cura per le condizioni che consentano a ciascuno di portare a compimento la propria vocazione». Certo: «il sistema scolastico italiano presenta problematiche gravi irrisolte – sottolinea Delpini –. Per esempio, quando parliamo di scuola pubblica comprendiamo le scuole pubbliche statali e le scuole pubbliche paritarie: ma nel nostro sistema si devono riconoscere discriminazioni incomprensibili. Sarebbe giusto riconoscere il valore di tutta la scuola pubblica invece che mortificarne una parte».
Parlando poi della scuola al tempo della pandemia: «Abbiamo dimostrato che ci stanno a cuore i ragazzi che ci sono affidati». Impegno e creatività non sono mancati, anche se «ci è mancato molto il rapporto di presenza. Ma abbiamo fatto molto, abbiamo fatto bene. Il personale scolastico – scandisce l’arcivescovo – merita di essere riconosciuto e apprezzato: non ha abbandonato gli studenti, come la Chiesa non ha abbandonato i fedeli. Abbiamo rivelato di essere all’altezza del compito». Sì, gli studenti, che «conosciamo uno per uno», si è cercato in ogni modo «di incoraggiarli e non perderli ». Nell’orizzonte dell’«alleanza» tra scuola, famiglie e Chiesa, la sfida è «far crescere una generazione di uomini e donne liberi, competenti, capaci di pensare, esercitati nello spirito critico e nelle capacità costruttive, determinati a lavorare, a mettere a frutto i loro talenti per il bene comune, dotati di senso civico, consapevoli che si è al mondo per rispondere a una vocazione che merita di essere portata a compimento». Insieme «abbiamo un futuro da offrire, abbiamo da convincere che c’è una missione da compiere: essere protagonisti della storia che si deve scrivere».
Al termine della Messa il presule ha invocato «la benedizione del Signore» sugli studenti che affronteranno gli esami «in questa forma a cui non siamo abituati». Infine: «Aborrisco il termine 'vacanze'. L’estate non è un tempo vuoto o del nulla. Auspico che in questo tempo d’estate si possano fare tante attività educative. E auspico che non soltanto ci venga detto tutto quello che non possiamo fare, ma che veniamo anche aiutati a portare a buon fine quello che è possibile fare».
Lorenzo Rosoli
Avvenire Milano, 6 giugno 2020