Bologna, con la più antica università d’Europa, è una delle 'capitali' della cultura. Ma la grande tradizione non può certo impedire i cambiamenti necessari per tenere il passo con il mondo.
Proprio per questo il liceo felsineo Malpighi ha avviato fin dallo scorso anno il '4-yearProgramme', che rende possibile frequentare il liceo in 4 anni così da permettere di diplomarsi nei tempi di tanti istituti esteri, uniformando l’età di accesso alle università straniere per coloro che ne tentano i test d’ammissione.
Ora lo sguardo internazionale del Malpighi si arricchisce di una nuova opportunità. Si chiama 'Imparare per passione' il progetto che offre ad alcuni alunni meritevoli la possibilità di usufruire dei percorsi internazionali dell’istituto. Si tratta di 5 borse di studio quadriennali per gli studenti bolognesi e due per ragazzi provenienti dal resto d’Italia, finanziate dalla Fondazione Campari e assegnate per meriti e reddito a coprire integralmente spese di frequenza e attività extracurricolari; anzi, per i due studenti residenti fuori provincia il contributo riguarderà anche le spese di vitto e alloggio.
«Senza mettere passione in quel che si fa è impossibile essere efficaci e creativi. Questo è vero in ogni ambito, ma è essenziale nella scuola»: così Elena Ugolini, preside del Malpighi, sintetizza il senso del progetto, che punta a rendere gli studenti «cittadini del mondo, aiutandoli a crescere, a mettere a frutto i loro talenti ma senza dimenticare le radici».
Lo scopo del '4-YearProgramme', d’altra parte, è coniugare la tradizione liceale italiana, riconosciuta d’eccellenza, con metodi didattici e aperture internazionali. Iniziative come queste sono in grado di «cambiare la mentalità con cui si concepisce la scuola in Italia – continua la dirigente – e di far vivere ai ragazzi esperienze di studio all’estero, ad oggi riservate solo alle famiglie che hanno disponibilità economiche importanti ».
La Fondazione Campari ha scelto il liceo bolognese in quanto «in grado di coniugare una fortissima aderenza alla tradizione della buona scuola italiana, che tutti ci invidiano, con l’apertura al mondo» osserva Eugenio Pelitti, che dell’ente benefico è segretario generale. D’altra parte «il Malpighi è in controtendenza rispetto a una scuola italiana incentrata sulla conoscenza codificata», sostiene l’economista Stefano Zamagni, intervenuto alla presentazione del progetto; e auspica «la trasformazione radicale dell’impianto filosofico della scuola, così come richiesto anche da Papa Francesco con il Global compact on education».
E l’auspicio finale della vice-sindaco Marilena Pillati è che «esperienze simili si moltiplichino, per consentire a più ragazzi possibile di essere raggiunti dalla 'passione' che il progetto augura a tutti gli studenti».
Chiara Pazzaglia
Avvenire, 30 ottobre 2019