Eugenio Montale è tornato protagonista ai “Colloqui fiorentini” che aveva inaugurato nel 2002. Da allora intere generazioni di studenti si sono confrontate con i grandi della letteratura italiana: Ungaretti, Pirandello, Pascoli, Svevo, Pavese, Calvino, Dante, Leopardi, Manzoni, Foscolo, Verga, D’Annunzio e Saba.
Sedici anni fa le adesioni all’iniziativa promossa nel capoluogo toscano dall’associazione di insegnanti Diesse (Didattica e innovazione scolastica) non arrivavano a 500, mentre le scuole coinvolte erano 31. Oggi i partecipanti superano i 3.600 e le scuole sono qua- si 200, da ogni parte d’Italia.
A ospitare da giovedì a oggi la “tre giorni” di lezioni fuori dagli schemi non è più il Palazzo degli Affari e nemmeno quello dei Congressi, bensì il Mandela Forum, uno spazio molto più grande che a Firenze i giovani conoscono benissimo, non tanto per lo sport, quanto per i concerti. Da qui sono passati Jovanotti, Ligabue, Caparezza... Ma anche i grandi musical e gli spettacoli di successo come quello del trio Panariello, Conti, Pieraccioni. Per cui in questi giorni fa un certo effetto aggirarsi sul parquet del palazzetto immersi in un silenzio quasi irreale tra una miriade di ragazzi che ascoltano e molti dei quali prendono appunti con il vecchio sistema della penna e del quaderno. Solo qualcuno ha l’iPad. Non squillano cellulari. In pochissimi spippolano sugli smartphone. Incredibile, ma vero. Il colpo d’occhio è impressionante. «Spalti gremiti in ogni ordine di posto», direbbe il cronista sportivo. «Essere qui mette i brividi», commenta Paolo. Lui arriva dallo Scientifico Galileo Galilei di Pescara. Frequenta l’ultimo anno. Di Montale non sapeva quasi nulla. Adesso vorrebbe non smettere più di leggerlo. Anche Mario, da Pontecorvo in provincia di Frosinone, non sapeva molto del poeta degli
Ossi di seppia. Aveva in mente un solo verso, quello che conoscono tutti: “Meriggiare pallido e assorto...”. Qui ha scoperto Satura, che soprattutto nella sezione Xenia II, da cui è tratto il leitmotiv di quest’anno (“Eppure resta / che qualcosa è accaduto, forse un niente / che è tutto”), ospita alcune tra le composizioni più belle di Montale dedicate alla moglie Drusilla Tanzi, soprannominata Mosca. Tra queste: “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale...”. Matteo ne sapeva qualcosa, anche perché viene dall’ultimo anno del Liceo classico Da Vigo di Rapallo, in Liguria, la stessa terra di origine di Montale. «Con lui – dice – ho quasi un rapporto personale » . Alberto, compagno di scuola di Matteo, ha un anno meno, è in quarta e partecipa per la prima volta all’appuntamento fiorentino. Eppure tenta già una lettura controcorrente intravedendo in Montale «un inno alla vita nonostante tutto».
L’originalità dei “Colloqui”, come spiegano gli organizzatori, sta «nella sua stessa struttura, assai poco “convegnistica”, che scardina per “ri-innovare” il tradizionale rapporto tra studenti e docenti».
Certo che con i giovani bisogna saperci fare. Ne sanno qualcosa Gilberto e Pietro Baroni, le anime delle kermesse, che stamani accoglieranno la ministra della Pubblica istruzione, Valeria Fedeli, per la giornata conclusiva e la premiazione dei migliori elaborati dagli studenti che in questi tre giorni sono stati assistiti da un efficiente servizio d’ordine realizzato da 180 ragazzi e ragazze dell’ITT Marco Polo di Firenze. Un piccolo esercito in abito scuro e camicia bianca per una... distinta alternanza scuola-lavoro.
Andrea Fagioli
Avvenire, 24 febbraio 2018