Prima gli ha gridato: «Hai fatto la spia». Poi l’ha accoltellato. L’ennesima aggressione con lama è andata in scena alle 8 di ieri mattina nel cortile della scuola di Santa Maria delle Mole, alle porte di Roma, dove alunni e studenti stavano aspettando tranquillamente il suono della campanella. Protagonista una ragazzina di 12 anni, che non ha esitato a colpire il compagno di classe. Poi distinto ha provato a scappare, ma fatti pochi metri si è fermata e ha chiamato lei stessa i carabinieri. Quando la pattuglia è arrivata sul posto, ha consegnato ai militari il coltello da cucina che si era portata da casa.
Subito si è scatenato il panico nell’istituto: sono intervenuti il preside e il personale della scuola per soccorrere il ragazzo, che ha riportato lievi ferite a una mano e al petto. Portato all’ospedale pediatrico Bambini Gesù di Roma, non è in gravi condizioni.
Da una prima ricostruzione sembra che a scatenare l’aggressione siano stati semplici screzi scolastici tra i due ragazzi. Secondo quanto raccontato dalla dodicenne ai carabinieri, il compagno avrebbe rivelato alla professoressa di averla vista copiare in classe. E questo avrebbe scatenato la sua voglia di vendetta. Ma c’è da capire se ci siano altri motivi in ballo. La dodicenne è descritta come taciturna, tuttavia non erano mai emersi motivi di particolare preoccupazione. La ragazzina, data l’età, non è imputabile, ma i carabinieri invieranno comunque un’informativa alla Procura dei minorenni. Quanto avvenuto ha scosso il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: «Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta, quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi. Dobbiamo vietare l’utilizzo dei social ai minori di 15 anni. Vogliamo proteggere i nostri giovani». Ed è forte lo sgomento anche tra genitori e alunni della scuola media. «C’era sangue per terra e sulla maglietta del ragazzo» hanno raccontato alcuni. Una vicenda preoccupante, soprattutto perché inserita in una striscia di episodi violenti che vedono i giovanissimi macchiarsi di reati commessi con l’uso di un coltello.
«I fatti che stanno accadendo negli ultimi tempi, sia nelle scuole sia al di là degli istituti scolastici, e che coinvolgono i giovani, sta a indicare la necessità di una scuola sempre più attiva e attenta, vista la mancanza di un adeguato sistema educativo da parte delle famiglie» dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi. «La scuola è caricata di un peso molto forte che dovrà condividere con equipe psicologiche del territorio presso le Asl - aggiunge - Fermo restando che la scuola stessa organizza corsi per gli studenti contro l’aggressività e il bullismo che non sempre, evidentemente, raggiungono il loro obiettivo».
Sul caso interviene anche Dirigenti-Scuola: « L’episodio di accoltellamento tra ragazzi nella scuola di Roma è inaccettabile e fallimentare, come quello accaduto poco tempo fa dopo la proiezione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. Ci sentiamo costretti a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni scolastiche e sulla direzione verso cui stiamo andando. È evidente che la scuola italiana sta affrontando una crisi di valori e di riferimenti, incapace di promuovere modelli positivi che contrastino la crescente cultura della violenza. La scuola, che dovrebbe essere un luogo di apprendimento e di educazione, sembra aver smarrito i suoi tradizionali orientamenti. In questo contesto, ci chiediamo quale sia il compito del Ministero dell’Istruzione, che spesso sembra imporre alle scuole richieste e pratiche lontane dal suo specifico. È fondamentale che ci si possa concentrare su attività che promuovano il benessere degli studenti, l’educazione civica e la gestione dei conflitti, anziché essere sopraffatti da compiti disallineati con il loro obiettivo primario».
Marco Birolini
Avvenire, 5 novembre 2024