«Siamo stanchi di brutte notizie. Di esempi negativi. Di crimini e volgarità portate all’esasperazione nei talk show. E così siamo andati alla ricerca delle buone notizie e ne abbiamo trovate… tantissime». A dirlo convinti davanti a una telecamera e a dimostrarlo microfono alla mano sono una sessantina di bambini di quarta e quinta elementare delle scuole Oriani e Ricci Curbastri del nono istituto comprensivo di Padova, reporter e conduttori del 'Tg delle buone notizie', che ha bucato lo schermo della televisione nazionale per ben due volte (l’ultima su Raidue lo scorso 19 ottobre). Dedicato a Maria Grazia Capulli, giornalista Rai prematuramente scomparsa e ideatrice del programma 'Tutto il bello che c’è', a cui si è ispirato il progetto, il 'Tg delle buone notizie' è stato realizzato grazie a impegno e passione per il giornalismo di Simona Sau, insegnante di religione e giornalista pubblicista. Il progetto didattico complessivo si chiama, non a caso, 'La buona notizia' e spazia dalla religione alla danza, dall’educazione civica all’uso del linguaggio, dalla creatività alle nuove tecnologie, riuscendo a intercettare tutti i bambini, non solo quelli che partecipano all’ora di religione, italiani e immigrati, cristiani e no.
«Nell’ideare il progetto del tg - racconta Simona Sau - c’è stato lo stimolo proveniente dai bambini stessi che in classe spesso raccontavano le brutte notizie sentite alla radio o alla televisione e da una mia riflessione personale rispetto all’aggressività, in molti casi alla volgarità e all’eccesso di notizie di crimini ». Così, coniugando l’esperienza giornalistica con quella educativa, è nata 'La buona notizia', progetto giunto al terzo anno: il primo è stato dedicato alla realizzazione appunto del tg; il secondo alla creazione di uno spot sulla raccolta differenziata, occasione per raccontare 'la ricchezza della diversità', laddove la società è sempre più multietnica; il terzo (quest’anno) dovrebbe portare alla produzione di un documentario storicogeografico e a pillole didattiche per aprire uno sguardo sull’esperienza scolastica.
Educare i bambini al bene, al bello e a cogliere l’esperienza positiva, oltre a dare serenità a questi piccoli che vivono in una società 'faticosa', sono i primi passi per creare adulti più responsabili, sicuri e consapevoli. Ecco allora che l’idea di creare un tg, grazie anche alla collaborazione delle insegnanti di italiano, è stata l’occasione per imparare cos’è una notizia, cercare informazioni positive nel contesto di vita (casa, quartiere, scuola…), selezionare i fatti, ordinarli in una scaletta dal mondiale al locale, lavorare sui testi e sulle immagini. Ma è stato anche un modo per imparare a usare bene e per il bene i mezzi di comunicazione.
Sara Melchiori
Avvenire, 8 novembre 2017