L’istituto Sacro Cuore di Novara, con le scuole primarie e per l’infanzia, sancisce una partnership con Fondazione Carolina e diventa il primo polo scolastico ad inserire nella propria offerta formativa percorsi continui di educazione alla cittadinanza digitale. Un sodalizio che si rende necessario dal rapporto sempre più precoce tra i bambini e i nuovi media. Una rivoluzione culturale che espone i più piccoli a nuovi pericoli, ne condiziona le relazioni e il percorso di crescita. Da qui l’opportunità di collaborare con la Onlus dedicata a Carolina Picchio, vittima simbolo della lotta al cyberbullismo, impegnata nella promozione all’uso consapevole e positivo degli strumenti digitali. La sperimentazione partirà dal secondo semestre dell’anno scolastico 2019-2020 e riguarderà i plessi di Novara e Romagnano Sesia.
“Carolina? Oggi sarebbe contenta, perché oggi probabilmente sarebbe una pedagogista”. Paolo Picchio - papà Picchio per i ragazzi - ha suggellato con queste parole la collaborazione tra Fondazione Carolina, di cui è presidente onorario, e l’istituto Sacro Cuore di Novara. L’attività coinvolge oltre 200 bambini della scuola primaria, accompagnandoli in un percorso di respiro pluriennale. Per i docenti è prevista una formazione mirata, unica in Italia, certificata da AICA. “Non potevamo più rinviare, la fruizione dei new media è sempre più precoce, anche a causa della cattiva abitudine dei genitori di utilizzare tablet e smartphone come babysitter”, ha spiegato il preside del prestigioso istituto novarese, Paolo Usellini. “La strada giusta è quella del patto intergenerazionale, superando il concetto del divieto - continua Usellini - per tornare alla logica di accompagnare i pre adolescenti nel loro percorso di crescita”.
Un “coraggio di educare” richiamato in più occasioni dal segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi: “Dobbiamo stringere una nuova alleanza educativa, capace di comprendere tutta la comunità educante, a partire dai genitori”, osserva Zoppi. Proprio a loro si rivolge l’avvocato Anna Livia Pennetta, esperta di Diritto di famiglia e legale di Paolo Picchio nello storico processo-Carolina, che per la prima volta in Europa ha individuato precisi reati e responsabilità certe a seguito di una vittima di cyberbullismo. “Bisogna richiamare al principio di responsabilità rispetto alle azioni dei propri figli, anche in sede legale”, commenta Pennetta. Già, perché Le parole fanno più male delle botte, cavolo se fanno male, scriveva Carolina nella sua lettera di addio in quella fredda notte di gennaio del 2013. “La sua storia e il suo messaggio - conclude Paolo Picchio - rappresentano un monito inamovibile: dopo quello che è successo a mia figlia non possiamo più distogliere lo sguardo da questi fenomeni, troppo spesso presi in esame quanto ormai è troppo tardi”.