Quattro anni fa un primo esperimento: tanti universitari di Cagliari ricevono un pieghevole con un invito. Molti accettano e ci si rende subito conto che la priorità, a livello giovanile, in diocesi è un’altra. Ogni realtà oratoriale locale, infatti, porta avanti un percorso per gli adolescenti diverso e c’è una dispersione nel post–cresima preoccupante. Ecco che don Alberto Pistolesi, su mandato del Vescovo, mette su una squadra di animatori: nasce così la pastorale giovanile. Il suo scopo è quello di organizzare, promuovere e sostenere le iniziative delle parrocchie. Nascono percorsi formativi per gli animatori, i Cre–grest, gli incontri diocesani. Ma il tempo passa in fretta, gli animatori crescono e il loro mandato triennale inizia a scadere: molti sono universitari e conoscono bene l’assenza della Chiesa nell’università di Cagliari. Nei primi mesi del 2016 parte così una giocosa «caccia all’universitario», interessata a incrociare il Vangelo, in un periodo così importante per la sua formazione: un’età nella quale si studia, si legge e s’impara di tutto, meno che la Parola di Dio.
Con una serie d’incontri riusciamo a confrontarci con una trentina di nostri coetanei: la prima cosa da fare è ascoltarli, capire di cosa hanno bisogno, cosa manca, cosa vorrebbero fare e come. Dopo qualche mese prende vita una «community»: non un gruppo chiuso, ma un semplice tavolo di universitari che promuovono iniziative rivolte a tutti i loro colleghi.
Partecipare alle iniziative della pastorale universitaria non richiede nessuna adesione formale, ma ciascuno, in piena libertà, sceglie di aderire alle proposte che ritiene importanti per il suo cammino umano e di fede. In questo senso le iniziative sono aperte a tutti: cristiani, non credenti, credenti di altre religioni. Ciò che è richiesto è solo un desiderio autentico di mettersi in gioco.
Il confronto con altre realtà nazionali è fondamentale. Un gruppo di universitari della community è presente a Torino, a maggio 2016, per incontrare la pastorale guidata da don Luca Peyron. L’esperienza è importantissima e suscita da subito un senso di appartenenza a qualcosa di più grande: esiste una rete nazionale di pastorale universitaria.
Al gruppo viene poi proposta un’esperienza di volontariato alla mensa della Caritas di viale Fra Ignazio a Cagliari che, nonostante si trovi fra tre poli dell’Università, viene quasi totalmente disertata dagli studenti. In venticinque, a turno, prestiamo servizio in sala mensa e in cucina.
A ottobre 2016 un altro grande passo avanti per la neonata realtà diocesana: il Vescovo nomina don Davide Meloni responsabile della pastorale universitaria. Sotto la sua guida e con la creazione di un’equipe di una decina di universitari, partono subito alcune iniziative: la partecipazione alle Unità di strada Caritas, il volontariato nella mensa Caritas e l’orientamento nelle scuole superiori.
La necessità di un continuo confronto con le altre realtà di pastorale universitaria portano parte dell’equipe a Roma per partecipare al convegno annuale della pastorale universitaria promosso dalla Cei.
Ad agosto 2017, con otto universitari dell’equipe, si organizza un viaggio a Parigi, un’occasione preziosa anche per fare gruppo tra di noi, per avere l’opportunità di confrontarci la sera sulle esigenze degli universitari, su cosa stiamo cercando e su cosa poter proporre per essere allo stesso tempo profondi ed efficienti. I viaggi della pastorale universitaria rappresentano anche un’opportunità di crescita culturale.
La stessa voglia di crescere, migliorare e affermarsi come punto di riferimento per i giovani porta una delegazione dell’equipe a partecipare, anche quest’anno, al convegno nazionale delle pastorali universitarie. In un’ottica inclusiva, dove fare rete e apprendere è più importante di camminare da soli, la Pastorale promuove, a partire dai primi giorni del 2018, il percorso dei 10 comandamenti di Don Fabio Rosini, un’occasione per riflettere sulle nostre esistenze, nata dalla collaborazione con la pastorale vocazionale. C’è quindi tanta voglia di sperimentare e di ricercare l’utilizzo di nuovi linguaggi comunicativi o di riscoprirne altri già in uso da tempo, come testimonia una recente intervista rilasciata ai microfoni di Radio Kalaritana.
Alessandro Lilliu
Avvenire Cagliari, 18 marzo 2018
Altri articoli nel file allegato.