UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Alunni disabili, un anno in più

Il decreto Scuola prevede che le famiglie possano chiedere di far ripetere l’anno perso a causa del Covid
1 Giugno 2020

La pubblicazione del Protocollo del Comitato tecnico scientifico, con le disposizioni di sicurezza per la ripresa delle scuole a settembre, non ha sciolto tutti i dubbi di famiglie, alunni e docenti, soprattutto per la mole di adempimenti previsti. I presidi mettono le mani avanti e parlano già di «missione impossibile», mentre dal sistema delle scuole paritarie si insiste sulla necessità di ottenere ulteriori finanziamenti, oltre ai 150 milioni previsti dal decreto Rilancio, per far fronte all’emergenza e all’adeguamento delle strutture. Alla Camera, intanto, è atteso il decreto Scuola, approvato giovedì dal Senato con il voto di fiducia, che introduce novità importanti per i 259.757 alunni disabili delle scuole statali e per i 13mila delle paritarie. Approvando un emendamento proposto dal senatore di Italia Viva, Davide Faraone, è stata data la possibilità ai dirigenti scolastici, sentito il parere del Consiglio di classe, del gruppo di lavoro per l’inclusione e, soprattutto, dietro richiesta esplicita delle famiglie, di «consentire la reiscrizione dell’alunno al medesimo anno di corso frequentato, limitatamente ai casi in cui sia stato accertato il mancato conseguimento degli obiettivi didattici e inclusivi per l’autonomia, stabiliti nel Piano educativo individualizzato ».

«In queste settimane – racconta Faraone – sono stato contattato da tantissime famiglie, soprattutto di ragazzi con gravi disabilità intellettive, che mi hanno chiesto di farmi portavoce, in Parlamento, delle loro forti preoccupazioni. Anche allo stesso Ministero mi hanno confermato che sono moltissime le richieste delle famiglie, che chiedono la possibilità di fermare per un anno il figlio che non ha potuto frequentare». Questa possibilità già esisteva, ma era stata, per certi versi, annacquata dalla disposizione ministeriale di ammettere tutti gli studenti all’anno successivo. In questo modo, invece, si dà la possibilità, a chi ha bisogno di più tempo per recuperare o a chi non è ancora pronto per il passaggio al grado scolastico superiore, di restare per un altro anno in un contesto conosciuto e “protetto”.

«Se consideriamo che, soprattutto per i disabili psichici, questo è stato un anno perso, capiamo l’importanza di questo provvedimento che, ripeto, è stato sollecitato da tantissime famiglie», ribadisce Faraone. Che sottolinea anche una seconda novità importante del decreto Scuola: la possibilità di richiedere che l’insegnante di sostegno vada a casa dell’alunno disabile. «In questo modo – ipotizza il senatore di Iv – nel malaugurato caso che si rendano necessarie ulteriori chiusure, non avremo più alunni disabili completamente dispersi e abbandonati dalla scuola».

Sulla possibilità di fermare i disabili un anno, esprime parere positivo anche Ernesto Ciracì, presidente di Misos, l’associazione degli insegnanti di sostegno abilitati. «I primi educatori sono i genitori e nessuno, meglio di loro, conosce le esigenze dei ragazzi disabili», ricorda l’insegnante. Ciracì sottolinea anche l’urgenza di assumere nuovi insegnanti di sostegno, accelerando e semplificando le procedure concorsuali. «Attualmente – ricorda il presidente di Misos – sono stati messi a bando 4.355 posti di sostegno, per la secondaria di primo e secondo grado, con il vincolo della specializzazione e dei 36 mesi di servizio. Chiediamo che nel decreto Rilancio siano recuperate nuove risorse per allargare la platea anche alla scuola dell’infanzia e primaria, escludendo la clausola dei 36 mesi di servizio, per mettere a bando 14.828 posti. Non dimentichiamo – conclude Ciracì – che il prossimo anno scolastico rischia di partire con oltre 60mila cattedre in deroga sul sostegno». Intanto, aumentano le preoccupazioni dei dirigenti scolastici, già in fibrillazione per l’organizzazione della Maturità in presenza. «Non vorrei che fare il preside diventasse una sorta di missione impossibile», sospira il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, preoccupato dalle numerose incombenze, a carico dei dirigenti, previste dal Protocollo del Comitato tecnico scientifico. «Si chiede di far quadrare un cerchio che nessuno riesce a far quadrare, ma non danno soluzioni», ribadisce Giannelli. «Con le indicazioni fornite dal Cts, si rischia di ottenere un solo risultato: a settembre la scuola è difficile che riparta», sottolinea il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi. Una «ripartenza certamente impossibile per le scuole paritarie», ricorda l’ex sottosegretario all’Istruzione.

Paolo Ferrario

Avvenire, 30 maggio 2020